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Un bilancio dell’anno con l’AI: 10+1 consigli e riflessioni sull'AI Generativa

Aggiornamento: 2 feb



Ed eccoci qui, forse all’ultimo articolo dell’anno! 🥂

È il momento perfetto per tirare un po’ le somme sull’uso dell’intelligenza artificiale generativa. Quest’anno abbiamo esplorato nuove possibilità, superato ostacoli e imparato a sfruttare al meglio uno strumento che sta rivoluzionando il nostro modo di lavorare e pensare. Ma come possiamo prepararci al meglio per il prossimo anno?

Ecco una raccolta di riflessioni e consigli, conditi con qualche esempio pratico, per affrontare l’AI con consapevolezza e un pizzico di sana curiosità.


Pensieri sull'AI dopo un'anno intenso secondo MidJourney
Pensieri sull'AI dopo un'anno intenso secondo MidJourney


  1. Usa l’AI quando sei più esperto di lei

L’AI è potente, ma non è onnisciente. Pensateci: lascereste un’auto a guida autonoma sfrecciare senza mettere ogni tanto le mani sul volante? Se non conoscete bene l’ambiente di lavoro o l’argomento, rischiate di prendere decisioni sbagliate basandovi su informazioni poco affidabili.

I modelli attuali sono estremamente sofisticati ma opachi. Se non avete grande esperienza nel loro utilizzo, rischiate di "addormentarvi al volante" e lasciare che sia l’AI a fornirvi le informazioni che cercate, senza verificarle e senza essere certi di conoscere abbastanza l’ambiente in cui state lavorando.

Se siete più esperti, invece, potete guidarla verso il risultato desiderato, verificando passo dopo passo la qualità dei suoi output. Avete ben chiaro in cosa può esservi utile e la sapete guidare verso il vostro risultato.

Un esempio? Immaginate di chiederle:

“Vorrei fare una startup sull'entanglement. Definiscimi i prossimi passi e un use case su cui lavorare. Quanti soldi mi servono per l’MVP?”

Il rischio? Ricevere risposte apparentemente sensate ma completamente campate in aria. La verifica è d’obbligo: fidarsi è bene, controllare è essenziale.

Morale: devi SEMPRE controllare la qualità dell’output. Ma cosa succede se non sei in grado di farlo?


  1. Non chiederle cose che ti mettano a rischio se non sai come usarla

Nell’esempio precedente, un prompt con pochissimo contesto genera risposte ogni volta diverse, le cui logiche non sono chiare:

  • ChatGPT ha stimato 500-600k di capitale necessario.

  • Claude mi ha detto di non iniziare nemmeno se non trovo 2 milioni per 24 mesi.

Vi fidereste?

Se non siete più esperti (o se scrivete male i prompt), sembrerebbe di no. Ma l’AI generativa è un formidabile momento di studio che vi permetterà di imparare un sacco di cose (se sapete usarla bene). Nei miei workshop parlo spesso di vedere l’AI come uno stagista. Cosa succede agli stagisti umani o agli studenti? Possono usarla come tutor, affidandosi alle sue conoscenze o lavorando in un ambiente creato per l’apprendimento, che riduca i rischi da allucinazioni o da produzione di contenuti rischiosi.


  1. Perfetta per riassumere... con giudizio

Avete davanti un lungo documento? L’AI è ottima per farvi risparmiare tempo. Ma attenzione: il suo meccanismo di attenzione, per quanto sofisticato, può trascurare dettagli fondamentali.

Un caso reale: durante l’analisi di un bando di innovazione, mi sono accorto che i termini per l’application erano già scaduti. L’AI? Non l’aveva nemmeno segnalato.

Quindi, riassunto sì, ma con una revisione attenta da parte vostra.

Le AI generative hanno un meccanismo di attenzione meraviglioso, ma non sempre efficace. Potete usarla per riassumere contenuti di grandi dimensioni, ma per decisioni importanti verificate personalmente i punti salienti.


  1. Il suo vero talento: adattare e trasformare

Uno dei punti di forza dell’AI generativa è la capacità di trasformare contenuti:

  • Ampliare o ridurre un testo.

  • Adattarlo a un pubblico diverso.

  • Creare nuovi formati: slide, video, siti web, musica.

Non fatevi riguardi a chiederle. Le AI generative hanno come mission proprio quella di "generare". Sono imperfette e soggette ad allucinazioni, ma sanno unire i puntini. Se vi servono 10 idee, basta chiedergliele. Se non vi piacciono, potete chiederne altre 20, 40, 100... Lei continuerà a rispondervi, mai esausta. Non vi giudicherà mai.

A me ha cambiato la vita quando ho bisogno di "essere solleticato" con idee su titoli, immagini, frasi. Normalmente finisco per creare qualcosa di mio basato sulle idee ricevute.


  1. Lavorate dove lei può davvero aiutarvi

Non chiedetele cose che non rientrano nelle sue competenze. Un esempio? Non affidatele calcoli matematici complessi: non è il suo lavoro. Per questo a molti chatbot sono stati affiancati strumenti aggiuntivi per colmare le lacune.

Meglio utilizzarla per esplorare rischi, opportunità e scenari. 

Ad esempio:

“Quali sono i rischi finanziari, legali, economici se firmo questo contratto?”

Valuta le cose dal punto di vista di un risk manager: a quali problematiche andiamo incontro iniziando a lavorare con questo fornitore?

Questo mi porta spesso fuori dalla mia zona di comfort: Se non sono consapevole di certi rischi, se non ho studiato abbastanza una materia, se non ho abbastanza esperienza, non sempre riuscirò a coglierne gli aspetti ‘salienti’ e potenzialmente pericoloi. Sentirmi dire che corro un rischio mi aiuta ad attivarmi per verificare di cosa si tratta, approfondirlo , esplorarlo, e rivalutare se ho la stessa visione.



  1. Usatela per produrre contenuti che richiedono tanto lavoro per poco valore

Ci sono quei famosi "contenuti che nessuno leggerà mai", inevitabili in molte routine lavorative, che assorbono tempo e risorse senza generare un impatto significativo. L’AI può essere una preziosa alleata per affrontare queste attività, riducendo lo sforzo necessario e liberando tempo prezioso per lavori più strategici.

Pensate ai report, alle minute di riunioni, o a quei documenti burocratici indispensabili ma poco coinvolgenti. Lasciate che l’AI vi aiuti a gestirli. E il tempo risparmiato? Decidete voi come investirlo: potrebbe diventare l’occasione per concentrarvi su progetti di maggiore valore o per ricaricare le energie.


  1. Usatela dopo aver completato il vostro lavoro

Arrivate alle vostre conclusioni, mettete il massimo impegno nel vostro lavoro e solo dopo chiedete all’AI di affrontare lo stesso compito. Questo approccio è ideale per situazioni in cui la qualità è cruciale e cercate spunti alternativi o conferme.

Confrontando i risultati, potreste scoprire se l’AI giunge alle vostre stesse conclusioni o, sorprendentemente, propone strade che non avevate mai considerato.

Un esempio? Al termine della scrittura di questo articolo, ho fornito a GPT i miei appunti iniziali e le ho chiesto di sistemare il testo secondo il mio tono di voce. Successivamente, ho riletto il risultato e sono tornato sulla mia versione, perfezionando alcuni passaggi e integrando le idee che mi aveva suggerito.


  1. Usatela quando avete qualcosa da fare, non per fare qualcosa.

Ad eccezione del primo periodo di ‘smanettamento’ in cui l’obiettivo vostro sarà di capire come funziona un modello, fino a dove si spinge, quali potenzialità vi offre (ricordandosi di farlo in aree dove voi siete esperti) , pensate sempre a quale è il vostro obiettivo con la conversazione o l’attività che state facendo.

L’AI generativa ha il potere innato di portarvi a spasso sul suo ‘modo di pensare’, chiedendovi di fare cose che non avevate previsto e, vi garantisco, vi faranno perdere spesso del tempo.

Non sto dicendo che la serendipity non vada accolta come possibilità, ma che, a meno che non siate in fase di ricerca, a voi l’AI serve per raggiungere i vostri fini.


  1. Datele un ruolo chiaro e fatela ragionare prima di portarla al punto.

Il contesto è fondamentale per tutti, ed è determinato dai vostri prompt, dalle sue risposte e dai documenti che fate rientrare nella conversazione. Una fase esplorativa iniziale, in cui magari le chiedete quali esperti potrebbero aiutarvi a svolgere una determinata attività (o, se lo sapete già, indicandoglieli voi stessi), vi permetterà di ampliare notevolmente le prospettive.

Le possibilità sono quasi infinite: potreste, per esempio, coinvolgere esperti che leggono il vostro blog o integrare altre fonti di conoscenza pertinenti al tema.


  1. Non fidatevi ciecamente

Trattate l’AI come uno stagista: ha un’autostima spropositata e spesso sembra sapere tutto, anche quando sbaglia. Ma a differenza di uno stagista umano, non ammette di non sapere qualcosa. Siate critici e pronti a correggerla. Se fosse una persona vera forse ci risulterebbe un po' antipatica.


  1. Abbiate il coraggio di cambiare conversazione

A volte le conversazioni con l’AI si impantanano. Potreste ostinarvi a volerla portare ai risultati desiderati, ma lei si rifiuta. Questo può accadere per contesti sbagliati o informazioni compromesse.

La soluzione? Ricominciare in una nuova conversazione, spiegando meglio ambito e situazione e ripartendo da una bozza che vi soddisfaceva.


E quindi?

L’AI generativa è un alleato straordinario, ma richiede consapevolezza e senso critico. Non è una bacchetta magica, ma uno strumento da sfruttare al meglio per raggiungere i vostri obiettivi. Ricordate: il prossimo anno sarà ricco di nuove sfide e opportunità. Usatela con intelligenza, curiosità e un pizzico di audacia. Ma sempre responsabilmente!

Alla prossima ! 🎉

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